sabato 29 dicembre 2012


Relazione mamma-bambino


Come prima cosa è importante sottolineare che la relazione è il fondamentale dell'educazione, non può esserci nessun tipo di intervento educativo se alla base non instaura un rapporto/ relazione con l'educando. 
Inoltre la relazione risulta essere fondativa nella stessa natura umana.

Lo sviluppo del sapere umano (sull'uomo e dell'uomo), durante tutto il '900, ha individuato un singolo soggetto dotato si senso solo all'interno di una relazione, in rapporto all'altro da sé. Da questa definizione si individuano due poli fondamentali:
  • la relazione come base di supporto (base teorica) carica di significato in cui si costruisce una relazione educativa tra due soggetti diversi tra loro;
  • dimensione intersoggettiva senza la quale non c'è espressione dei singoli soggetti posti in relazione, senza questa non c'è nessuna possibilità del manifestarsi della relazione.
Come già detto la relazione è veicolo dell'educazione: ossia con essa c'è il passaggio di apprendimenti, di acquisizioni sulla vita e sulle persone, consente la formazione e la cura di sè, degli altri e della propria visione del mondo.
Andando a recupera l'origine della parola ossia RELIGO (termine latino) significa legare insieme: rapporto stretto che emerge dai membri stessi della relazione che si comportano reciprocamente.
Andando a considerare l'intero arco di vita è opportuno soffermarci su una delle relazioni educative più significative ossia la relazione materna-primaria. Questa è contrassegnata dai passaggi educativi che segnano la relazione fra madre e il bambino. Bisogna inoltre considerare che la relazione è sottoposta ad una matrice biologica ma ancor di più da una matrice culturale entro cui l'educazione trova la propria espressione.

Andando a considerare la riflessione filosofica anche Lévinas sottolinea l'importanza della relazione con l'altro per il riconoscimento del sè. Per lui è il viso il segno della manifestazione dell'altro che irrompe nella quotidianità della vita umana. Il volto dell'altro costituisce l'esperienza primigenia di ricerca del senso personale e del significato della vita che passa attraverso il viso dell'altro come alterità: amplia i confini dell'io e permette la conoscenza altrui, allargando gli orizzonti del stretto mondo personale.

La relazione con il CAREGIVER è il punto di partenza per comprendere le relazioni interpersonali ed educative.

(libro Vanna Boffa: Relazione educativa)

mercoledì 26 dicembre 2012


EDITH STEIN:il ruolo dell'empatia (continuazione)

"L'empatia è un atto originario in quanto vissuto presente, ma non originario in quanto a contenuto"


Secondo la Stein esistono dei gradi di costruzione empatica:
  1. emersione del vissuto ossia rivivere un atto originario empatizzato nel passato, quindi bisogna recuperare, riscrivere un evento qui o ora per sintonizzarmi con il soggetto; non c'è un recupero del contenuto del vissuto ma recupero lo stato emotivo, affettivo ed emozionale ossia l'atto originario [è necessario sintonizzarsi con i processi della persona > profondità del singolo];
  2. esplicitazione qui e ora ossia c'è il contenimento e l'accoglimento del mio vissuto associandolo a quello dell'altro;
  3. oggettivazione comprensiva;
  4. restituzione formativa.
L'atto empatico implica la sintonizzazione con la vita psichica del soggetto, attraverso l'esperienza del proprio vissuto non originario, attraverso l'uso dell'intuizione.

L'educatore e/o la madre deve mettere in gioco la propria autenticità ossia la propria esperienza e i prorpri senrinmenti. Bisogna lavorare sull'intuizione: predisponendo una appercezione di me e dell'altro. Non sempre il relazionarsi con un atteggiamento empatico risulata essere u processo facile e naturale: c'è una difficoltà di accettare un altro diverso, ma è necessario che per porsi in relazione e quindi accogliere si debba mettere in gioco la propria vita psichica.

Il potersi relazionare con un altro è qualcosa di connaturato all'essere umano. Tanto più il tu è responsivo tanto più si riesce a costruire un io solido e sicuro.

(libro Vanna Boffo: Relazione educativa e appunti presi a lezione)

domenica 23 dicembre 2012


EDITH STEIN: il ruolo dell'ampatia

Ruolo fondante svolto dall'attenzione, intesa come a-tendere, ossia indica il modo con cui  dobbiamo avvicinarci al mondo e scoprirne le intime bellezze, appunto con lo sguardo di colui che attende e va verso, che si orienta e tende verso l'altro. L'attenzione è un modo di essere, una disposizione etica, non viene imparata e compresa una volta per tutte, ma viene esercitata in un continuum di passaggi e cambiamenti.

"l'attenzione è trasformazione piena dell'uomo, poichè, abbandonati i propri sguardi, diveniamo pieni dello sguardo altrui."

L'attenzione è il primo movimento dell'empatia, il luogo del sentire l'altro, il livello più elevato della qualità comunicativa che contraddistingue una relazione interpersonale.

Dimensione empatica costituita da:
  1. interessarsi all'altro;
  2. di fare attenzione agli aspetti del qui e ora;
  3. di avere la capacità di capire che l'apertura al mondo dell'altro implica un arricchimento di conoscenza personale e universale.
Se non ci si pone in una dimensione empatica allora in sarà possibile agire secondo una virtù morale.

Nella teoria filosofica di Edith Stein viene posto un problema: come posso essere in grado di comprendere un altro diverso e al di fuori di me? Solo attraverso l'empatia c'è il raggiungimento di un alto grado di conoscenza dell'esperienza altrui, in particolare vi è un riconoscimento mentale, affettivo ed empirico della'altro da me.  

Alla base della sua teoria  si pone il modo di relazionarsi della madre ( caregiver) e/o educatore. Attraverso l'empatia posso accedere alla diversità dell'altro con cui devo entrare in relazione. Il punto su cui viene posta l'attenzione da parte di tutta la pedagogia è che il singolo individuo è un a priori empirico e soggettivo, ossia non può essere compreso a pieno nella sua storia, ciò non deve porre un limite ma deve accentuare la possibilità di conoscere un altro diverso da me anche se la conoscenza non arriva al nocciolo intrinseco della persona.
La madre non deve solo porre delle conoscenze o utilizzare delle competenze di base ma deve porsi nella relazione, ossia deve essere in grado di saper essere nella relazione.
Grazie all'atteggiamento empatico si può costruire un individuo morale ed etico che opera per il benessere altrui.

( appunti di pedagogia presi a lezione della prof.Biasin)

giovedì 20 dicembre 2012


 L'EMPATIA IN RELAZIONE ALLA CURA

Per la prima volta viene studiata e descritta nel 1917, ma ancora oggi quelle scoperte filosofiche risultano essere ancora valide. Quando si parla di empatia si intende il "sentire l'altro".

Questo concetto è strettamente connesso con quello della cura del sè; quest'ultimo ha un ruolo fondamentale in tutto l'arco di vita del soggetto connesso con la formazione e la propria visione di sè e del mondo circostante. Spesso l'empatia permette un'apertura nuova al mondo attraverso l'altro che ci accompagna.

Il comprendere se stessi,saper proporre una lettura di sè, e quindi un superamento della nostra visione egocentrista consente un percorso di formazione umana dell'uomo: partendo dalla relazione con il sè, la cura dei propri stati (mentali, fisici, psichici,emotivi,affettivi, corporei), il tutto per attuar una comunicazione di apertura al mondo.

"L'uomo è per sè, ma essendo per sè è anche per l'altro e per il mondo"

La cura può essere considerata una categoria che ingloba tutte le azioni umane che gli uomini compiono per mantenere, continuare e riparare il mondo della vita, in modo da ottenere in cambio un benessere esistenziale. La cura non è solo una pratica ma anche una predisposizione, e non riguarda solo ciò che facciamo ma anche come lo facciamo. Alla base della cura si pone il concetto di relazione: l'individuo deve essere in grado di relazionarsi con gli altri individui diversi da lui.

Secondo Jean Toronto il processo della cura si divide in 
4 fasi:

  1. interessarsi a...Questo primo passaggio implica il riconoscimento del bisogno della cura e avere la capacità di comprendere che la cura è necessaria. Ruolo fondante dell'attenzione da parte del genitore o educando;
  2. il prendersi cura di...Ci deve essere l'assunzione di responsabilità nei confronti del destinatario della cura,ossi la volontà di migliorare le condizioni dell'oggetto della relazione;
  3. il prestare cura...Azione che implica l'effettivo raggiungimento del benessere richiesto. Implica la capacità di riuscire a portare la cura;
  4. il ricevere cura... Passaggio che attesta la volontà del destinatario di ricevere la cura, è importante che sia presente una partecipazione attiva all'azione. Ruolo fondante del senso della reattività. Nel caso del genitore questo aspetto è definito responsività.
( Relazione educative:tra comunicazione e cura di Vanna Boffo)

lunedì 17 dicembre 2012


Genitori si nasce o si diventa?

Subito dopo il parto ecco che ricompaiono i primi dubbi che erano presenti durante il periodo della gravidanza. Il più importante che inizia a prevalere sugli altri è: sarò in grado di essere genitore e prendermi cura di mio figlio/a?

Fin da quando è piccolo il bambino, per crescere e svilupparsi in modo equilibrato ha bisogno di guide amorevoli e autorevoli. Tutto ciò che il genitore deve fare è quello di assecondare i bisogni e le esigenze del bambino, naturalmente non bisogna ostacolare o impedire un dato comportamento, bisogna seguire semplicemente la naturale predisposizione alla cura. Spontaneamente le abilità emergono solo seguendo il puro istinto materno o paterno.

"Essere mamma e papà è quindi un ruolo che non si può insegnare poiché appartiene in modo naturale ad ogni essere umano."

Ciò che invece si deve apprendere è la capacità di entrare in empatia con la piccola vita che ci troviamo di fronte: solo in questo modo è possibile essere genitori autentici, 
"ossia generatori di vita sia fisica che psichica, guide attente ma gentili, custodi di un amore incondizionato e puro."

Ma come possiamo entrare in empatia con un bambino spesso visto come un essere indifeso e incomprensibile agli adulti?

"Ogni genitore prima, durante e dopo la nascita del proprio bimbo deve immedesimarsi in lui, deve mettersi nei suoi panni, deve riuscire ad osservarlo, a comprenderlo e ad amarlo in modo assoluto ed autentico."

Solo in questo modo va a costruirsi quel rapporto fondamentale e autentico tra il bambino e i genitori, il quale permane per tutto l'arco di vita. Il bambino si sente compreso, sostenuto, aiutato, sente sempre la presenza dell'adulto che rimane costante in ogni atto critico della sua vita. Si definiscono sentimenti di tranquillità e sicurezza.

Legame critico e fondamentale è quello con la madre subito dopo il parto: questo deve essere immediato,prolungato e non ostacolato in nessun modo. Primo contatto è attraverso l'allattamento al seno.

E' necessari seguire e soddisfare i bisogni del bambino, sempre rispettandone la sua natura e mai sostituendosi a lui; se viene a mancare ciò manca tutta la base solida su cui il bambino perde se stesso e la propria visone di sè e del mondo.
Spesso io genitori tendono a sopravvalutare e non considerare il bambino e le sue capacità, infatti la cultura occidentale tende a definire il genitore come un maestro di vita che deve farsi rispettare: l’attenzione viene spostata sull'adulto e non sul bambino.

(www.miobambino.it/articolo)

venerdì 14 dicembre 2012


L'ECOGRAFIA
Risulta importante durante il primo trimestre, questa viene chiamata ecografia della datazione. Deve essere eseguita entro la 12° settimana e serve per valutare l’embrione e il suo sviluppo attraverso la misurazione della sua lunghezza. Entro tale settimana, infatti, tutti gli embrioni crescono in egual modo. Durante l’ecografia viene annotata l’ultima mestruazione della donna, termine di riferimento per stabilire l’epoca di gravidanza.


La prima ecografia è un momento particolarmente emozionante per i futuri genitori: ecco che per la prima volta possono vedere il loro piccolo proiettato su uno schermo. Si vedrà quella piccola creatura che la mamma porta nel grembo e si svelerà se il piccolo gode di buona salute. 

"Ansie, paure che avete avuto fino a quel momento improvvisamente spariranno appena vedrete il piccolo cuoricino che batte."

In genere un' ecografia dura dai 20 ai 30 minuti.Da essa si stabilisce la corretta età dell’embrione, se c'è la presenza di un futuro parto gemellare, inoltre è possibile notare la presenza o meno di particolari patologie di tipo ginecologico che prima non erano state viste.
Solitamente viene fatta per via transvaginale, se invece dovessero essere presenti dei fibromi viene eseguita per via addominale. 
Ricordiamo che l’ecografia non è un esame pericoloso e non mette in pericolo né la vita del feto né quella delle future mamme. 

Di solito si prevedono tre ecografie durante i 9 mesi di gestazione:
prima ecografia: 10a - 11a settimana 
seconda ecografia: 20a – 22a settimana 
terza ecografia: 30a – 32a settimana

In particolari condizioni possono essere richiesti ulteriori esami


(www.alfemminile.com › Maternità)

martedì 11 dicembre 2012



Decreto Bindi del 10 settembre 1998

"Aggiornamento del decreto ministeriale 6 marzo 1995 concernente l'aggiornamento del decreto ministeriale 14 aprile 1984 recante i protocolli di accesso agli esami di laboratorio e di diagnostica strumentale per le donne in stato di gravidanza ed a tutela della maternità."
Come viene presentato in questo decreto la gravidanza risulta essere un momento speciale fatto di grandi cambiamenti e forti emozioni. Andando a considerare i casi concreti risultano essere poche le coppie che, prima di provare ad avere un bambino, si sottopongono agli esami consigliati per escludere la possibilità di gravi malattie del futuro bambino o seri problemi durante la gestazione. Nella maggior parte dei casi, si cominciano a fare gli esami di routine solo al momento in cui si sa di essere già in dolce attesa. 


Questa legge permette alle donne che aspettano un figlio di eseguire gratis dei controlli dei più importanti fattori di rischio e delle malattie che si possono contrarre in gravidanza. Il decreto prevede che i ginecologi possano prescrivere alle proprie pazienti ulteriori esami nel caso in cui si verifichino nel corso dei nove mesi condizioni particolari di rischio, al costo del solo ticket. 
Molto spesso però c'è la tendenza a sottoporre le pazienti a continui esami e controlli diagnostici che portano ad una eccessiva medicalizzazione della gravidanza
Di seguito viene riportata la legge pubblicata nella Gazzetta Ufficiale:
Art. 1.
"1. Sono escluse dalla partecipazione al costo, ai sensi dell'art. 1. comma 5, lettera a), del decreto legislativo 29 aprile 1998, n. 124, le prestazioni di diagnostica strumentale e di laboratorio e le altre prestazioni specialistiche per la tutela della maternità indicate dal presente decreto e dagli allegati A, B e C, che ne formano parte integrante, fruite presso le strutture sanitarie pubbliche e private accreditate, ivi compresi i consultori familiari. Sono comunque escluse dalla partecipazione al costo le visite mediche periodiche ostetrico-ginecologiche."
"2. La prescrizione delle prestazioni di diagnostica strumentale e di laboratorio e delle altre prestazioni specialistiche è effettuata dai medici di medicina generale o dagli specialisti operanti presso le strutture accreditate, pubbliche o private, ivi compresi i consultori familiari. La prescrizione dello specialista è obbligatoria nei casi previsti dall'art. 2 e degli allegati A, B e C."
Art. 2.

"1. In funzione pre-concezionale sono escluse dalla partecipazione al costo le prestazioni di diagnostica strumentale e di laboratorio e le altre prestazioni specialistiche necessarie per accertare eventuali difetti genetici, prescritte dallo specialista alla coppia, se l'anamnesi riproduttiva o familiare della coppia evidenzia condizioni di rischio per il feto."
"2. Sono escluse dalla partecipazione al costo le prestazioni di diagnostica strumentale e di laboratorio e le altre prestazioni specialistiche necessarie ed appropriate per le condizioni patologiche che comportino un rischio materno o fetale, prescritte di norma dallo specialista."
"3. Sono escluse dalla partecipazione al costo le prestazioni di diagnostica strumentale e di laboratorio e le altre prestazioni specialistiche, necessarie ed appropriate per la diagnosi prenatale, nelle specifiche condizioni di rischio fetale indicate dall'allegato C, prescritte dallo specialista tra quelle incluse nel decreto ministeriale 22 luglio 1996 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, supplemento ordinario n. 150, del 14 settembre 1996. Le regioni individuano le strutture di riferimento per l'esecuzione di tali prestazioni, garantendo che le stesse forniscano alle donne e alle coppie un adeguato sostegno."
"4. In presenza delle condizioni di rischio di cui al presente articolo, le prescrizioni di diagnostica strumentale e di laboratorio e di altre prestazioni specialistiche devono indicare la diagnosi o il sospetto diagnostico."

Art. 3.

"1. Il presente decreto sostituisce integralmente il decreto del Ministro della sanità del 6 marzo 1995, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 87 del 13 aprile 1995."
Art. 4.

"1. Il presente decreto sarà inviato alla Corte dei conti per la registrazione e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana."
Roma, 10 settembre 1998
Il Ministro: BINDI
In seguito propongo uno degli allegati presenti nella legge:
Allegato C
INDICAZIONI ALLA DIAGNOSI PRE NATALE (desunte dalle "Linee Guida per i test genetici" approvate dal Comitato Nazionale per la Biosicurezza e le Biotecnologie della Presidenza dei Consiglio dei Ministri)
Le indicazioni per la diagnosi prenatale rientrano in due grandi categorie:
  1. presenza di un rischio procreativo prevedibile a priori: età materna avanzata, genitore portatore eterozigote di anomalie cromosomiche strutturali, genitori portatori di mutazioni geniche;
  2.  presenza di un rischio fetale resosi evidente nel corso della gestazione: malformazioni evidenziate dall'esame ecografico, malattie infettive insorte in gravidanza, positività dei test biochimici per anomalie cromosomiche, familiarità per patologia genetiche.
Le indicazioni per le indagini citogenetiche per anomalie cromosomiche fetali sono:

  • età materna avanzata (=o > 35 aa.)
  • genitori con precedente figlio affetto da patologia cromosomica
  • genitore portatore di riarrangiamento strutturale non associato ad effetto fenotipico
  • genitore con aneuploidie dei cromosomi sessuali compatibili con la fertilità
  • anomalie malformative evidenziate ecograficamente
  • probabilità di 1/250 o maggiore che il feto sia affetto da Sindrome di Down (o alcune altre aneuploidie) sulla base dei parametri biochimici valutati su sangue materno o ecografici, attuati con specifici programmi regionali in centri individuati dalle singole Regioni e sottoposti a verifica continua della qualità.
(www.blogmamma.it/2009/.../gravidanza e gazzette.comune)

sabato 8 dicembre 2012


Esami da effettuare durante la gravidanza

Di seguito vengono presentati gli esami più importanti che ogni "futura" madre dovrebbe effettuare per garantire non solo un benessere per sè stessa ma soprattutto un benessere per il neonato.
La legge italiana (in particolare il Decreto Bindi) ha stabilito una serie di esami fondamentali da effettuare sia in un periodo pre-concezionale per entrambi i partners ma propone anche un elenco degli esami che la neo-mamma deve eseguire durante tutta la gravidanza.


Esami pre-concezionali per entrambi:
  • gruppo sanguigno e fattore Rh, per eliminare il probabile rischio di incompatibilità legati ai due gruppi sanguigni;
  • analisi per l'epatite B, C;
  • HIV e sifilide: esame importante non solo per i genitori ma anche per l’eventuale trasmissione al feto;
  • emocromo: ossia un esame completo del sangue che va considerare il colore e la quantità delle cellule nel sangue (globuli rossi e bianchi);
  • glicemia: ossia la concentrazione di glucosio nel sangue;
  • diabete;
  • problemi epatici o renali;
Esami durante la gravidanza solo per LEI:
  • ROSOLIA: è una delle malattie esantematiche infantili che si manifesta con prurito e pustole rosse. In Italia dal 2008 è stata attivata una campagna di sensibilizzazione per la vaccinazione di adolescenti o  di donne in età fertile che non hanno contratto il virus nella loro infanzia. Questo tipo di malattia non è pericolosa per la donna, ma può diventarlo nel momento in cui essa rimane incinta: infatti può causare gravi malformazioni al feto. Il virus è in grado di oltrepassare la barriera costituita dalla placenta. Nel caso in cui la donna non immune programmi una gravidanza è opportuno che essa si vaccini almeno 6 mesi prima, non durante la gravidanza.
  • TOXOPLASMOSI: si tratta di un’infezione che la donna non si accorge di contrarre, non dà sintomi né particolari manifestazioni ma crea anticorpi nel siero materno. L’infezione è veicolata dai gatti: il toxoplasma può essere eliminato al loro corpo attraverso le feci. Nel caso in cui si possieda un gatto, è importante l’utilizzo dei guanti per la pulizia della loro lettiera e per effettuare lavori di giardinaggio (per evitare il contatto diretto con terra contaminata). Inoltre sono sconsigliate verdure crude come insalata o altri ortaggi da terra che possono essere state a contatto con il virus. È altamente sconsigliata la carne cruda o insaccati crudi: il toxoplasma muore con la cottura. Queste semplici precauzioni per la toxoplasmosi non valgono assolutamente più in allattamento.
  • CITOMEGALOVIRUS: si tratta di un’infezione comune soprattutto nei soggetti immunodepressi (malati oncologici, soggetti chemio o radio trattati, persone sieropositive…) e si trasmette con il contatto con liquidi biologici. Nelle persone sane non dà particolari manifestazioni, ma per i soggetti immunodepressi è molto pericoloso in quanto crea una condizione infettiva in un soggetto privo di difese immunitarie. Non esistono particolari norme da seguire se si è recettive a questo virus, se non quelle di evitare contatto con urine o altri liquidi organici con persone particolarmente a rischio.
(libro: dizionario di medicina)

domenica 2 dicembre 2012


Ecco alcuni consigli per dieta "giusta" da seguire dalla decima settimana di gravidanza fino alla fine di essa.

  1. bere molta acqua, porta sempre con te una bottiglia per restare idratata;
  2. fare cinque pasti al giorno ma poco abbondanti;
  3. masticare bene gli alimenti, ciò aiuterà ad evitare aerofagia;
  4. mangiare tra i 2 e i 4 frutti al giorno, questi daranno l’apporto di vitamine necessarie. Puoi mangiare frutta ricca di fibra di modo da garantire il transito intestinale;
  5. il calcio è un apporto fondamentale durante tutta la gravidanza e anche durante l’allattamento;
  6. introdurre sempre e quotidianamente nella dieta i latticini e i formaggi, sempre pastorizzati.
( forum al femminile)