mercoledì 2 gennaio 2013


MELANIE KLEIN


È un’allieva di Freud ma fin da subito si distacca da lui: infatti non propone uno studio sui bambino ma propone un’osservazione sugli adolescenti e adulti per riuscire a comprendere la relazione con il caregiver.  (propone una conoscenza della psiche adulta riportandola allo stadio infantile).

I suoi studi cercano di mettere in evidenza l’importanza della relazione materna e genitoriale per uno sviluppo sano dei bambini.

Quello su cui si cerca di porre la propria attenzione è il ruolo fondante della prima relazione oggettuale del bambino ossia il rapporto con il seno materno della madre. È possibile vedere come l’oggetto primario ponga le basi per la costruzione dell’io e consenta uno sviluppo dell’identità adeguato e solido.

Il bambino istintivamente percepisce il seno della madre come sorgente del nutrimento e della vita stessa

RAPPORTO CON L’OGGETTO BUONO=RAPPORTO CON IL CIBO=RAPPORTO CON LA VITA

Al momento della nascita il bambino si ritrova a perdere quel sentimento di sicurezza e unità, il tutto è seguito da un senso di nostalgia verso quella “culla” ritrovata nel ventre materno. Ecco che la nascita risulta essere la prima forma di angoscia portando sentimenti di perdita e separazione dalla madre, per ciò il bambino ha bisogno di riallacciare il rapporto precedente attraverso un bisogno di idealizzazione. Nello stadio pre-natale è presente una forma di coesione tra la realtà conosciuta dal bambino e lui stesso, sono coincidenti, ma alla nascita ecco che la realtà esterna non è più conosciuta dal bambino e che si differenzia da lui. Il bambino è in grado di mantenere il ricordo della vita intrauterina attraverso l’introiezione del seno materno. Questo continuo rapporto tra interno (seno) ed esterno (alimentazione) consente la comprensione della realtà esterna al bambino e che lui e la madre sono due soggetti separati tra loro.

(appunti presi a lezione di pedagogia generale e sociale della prof. Biasin e libro Vanna Boffo: Relazione educativa)

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